Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
L'estradizione di Battisti? Non è facile, ci sono le elezioni
di Roberto Lovari da Salvador, Bahia da Secolo d’Italia 20/04/2010
Sabato 17 un giornale italiano titolava come se l’estradizione del terrorista Cesare Battisti fosse vicina. Viste dal Brasile le cose appaiono un po’ diverse. È vero che il Supremo Tribunale Federale (un misto di Corte Costituzionale e Cassazione brasiliane) ha reso note le sue determinazioni pubblicandole sul suo organo ufficiale, il Diario da Justiça. Chiare le decisioni prese, la più importante è quella che ritiene illegale la concessione dello status di rifugiato dato a Battisti dal ministro della giustizia brasiliana Tarso Genro, secondo punto, i crimini di Battisti sono omicidi commessi in un paese “in piena normalità costituzionale”. Pertanto viene decretata l’espulsione che dovrà essere eseguita dal Presidente della Repubblica, ovvero Lula, secondo il trattato in vigore tra l’Italia e il Brasile per le estradizioni.
La pubblicazione della decisione del STF toglie a Lula l’alibi per non pronunciarsi sulla materia: “sono in attesa di leggere la decisione”. È chiaro che per gli amici di Battisti Lula potrebbe appellarsi a “ragioni umanitarie e di salute” contenute nel trattato per far rimanere il terrorista lontano dalle galere italiane.
Per l’avvocato Antonio Nabor Bulhöes che difende la richiesta del governo italiano, non ci sono dubbi che Lula dovrà rispettare il trattato con l’Italia ed estradare Battisti. Purtroppo la situazione è più complessa, il tutto va guardato sotto una luce particolare, è iniziata la campagna elettorale e Lula ne terrà sicuramente conto. Voci da qualche tempo lo dicono favorevole a far rimanere Battisti in Brasile, il suo partito, il PT, nella sua ultima riunione in cui ha lanciato la candidatura di Dilma Rousseff alla presidenza della Repubblica, si è espresso a favore di Battisti. Può Lula disattendere il suo partito? Tanto per cambiare ha preso di nuovo tempo, l’Avvocato Generale dell’Unione dovrà analizzare nei prossimi giorni la decisione presa dal STF e riferire a Lula. Lula sa anche bene che quasi tutto il paese è per rimandare Battisti in Italia. Berlusconi dovrebbe arrivare nei prossimi giorni in Brasile e non sarebbe “carino” farlo trovare di fronte a un Battisti in libertà. Probabilmente la scelta di Lula sarà di attendere che termini il processo nel quale Battisti è accusato di essere entrato illegalmente in Brasile, ovvero lasciare il “cerino acceso” al presidente che uscirà dalle urne nel prossimo ottobre.
Certamente sorprende che Berlusconi nell’incontro avuto sabato 10 a New York con Lula per la firma di vari accordi non abbia reagito alla insulsa dichiarazione del ministro degli esteri brasiliano Celso Amorin: ” il Governo dell’Italia ha fiducia nelle scelte del Brasile”. Berlusconi avrebbe dovuto dire che di casi di assassini ripugnanti che trovano rifugio in Brasile come Lollo, il massacratore dei poveri fratelli Mattei, l’Italia è stanca e non ne vuole di nuovi come Battisti. Certamente “business is business”, ma a tutto ci deve essere un limite, la giustizia non può essere dimenticata solo per vendere di più. Scelta rinviata quindi ai due candidati: l’erede di Lula Dilma Roussef e quello dell’opposizione democratica e centrista, l’ex governatore di San Paolo di origine italiana Jose Serra. Mentre Serra stava dando un’intervista ad un’importante radio di Salvador di Bahia, Radiometrople di Mario Kertesz, sono riuscito a fargli fare la domanda su cosa pensi del caso Battisti. Senza esitazioni la risposta è stata: “ lasciando da parte la mia origine, l’Italia è un paese democratico e uno stato di diritto, Battisti ha ucciso innocenti non in una dittatura, ma in uno stato democratico, deve essere rimandato in Italia a scontare la sua condanna”. Parole chiare e nette.
Il risultato elettorale è incerto, anche se Serra è leggermente in vantaggio. Forse il figlio di un italiano proprietario di un banchetto di frutta nel mercato della grande città di San Paolo darà alle vittime innocenti del terrorista Battisti quella risposta di giustizia che meritano.

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