Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Marina Silva, icona ecologista divorzia da Lula
di Roberto Lovari da L'Opinione
Mercoledì 14 maggio tutti i giornali e le televisioni brasiliane erano pieni di notizie sulle dimissioni del ministro dell’ambiente, la senatrice del PT Marina Silva.
Per la figura del ministro e per la carica ricoperta si è trattato di un vero terremoto politico.
Maria Os Marina Da Silva Vaz De Lima, meglio conosciuta come Marina Silva, ha una storia personale veramente particolare e di grande rilievo.
Nata nel profondo dell’Amazzonia nel 1958, a sedici anni ha imparato a leggere e scrivere. Avrebbe voluto farsi suora, ha conosciuto padre Clodoveo Boff, uno dei personaggi più importanti della Teologia della Liberazione, su cui successivamente scrisse la sua tesi di laurea. Ma il personaggio che ha segnato la sua vita è stato Chico Mendes, storico difensore dei poveri raccoglitori di gomma nella foresta amazzonica dello stato dell’Acre.
Insieme hanno fondato il CUT, la Centrale Unica dei Lavoratori. Dopo l’omicidio di Chico Mendes, divenuto presto un’icona della difesa dell’Amazzonia, Marina Silva è diventata personaggio importante del PT e senatrice dello Stato dell’Acre.
Dopo la vittoria di Lula, è diventata ministro dell’ambiente. Subito ha acquistato notorietà: con il suo rigido atteggiamento sull’Amazzonia è subito divenuta la beniamina di un certo ambientalismo massimalista e di alcuni personaggi famosi che nel mondo amavano lanciare allarmi e campagne in difesa dell’Amazzonia, campagne quasi sempre finiti senza che arrivasse un solo dollaro alle popolazioni amazzoniche.
Per anni Marina Silva è riuscita ad imporre le sue idee di fondamentalismo ambientalista, ma negli ultimi tempi le cose sono cambiate. Sempre di più si scontrava con un Brasile in rapida crescita economica e bisognoso di energia e di aree da destinare a quella industria agraria che assicurava tanto lavoro e montagne di dollari.
Già l’anno scorso Lula non aveva nascosto il suo dissenso per le lungaggini ambientali per il rilascio delle licenze per costruire gli impianti idroelettrici del fiume Madeira.
Ormai lo scontro con Dilma Roussiff, delegata da Lula a seguire il PAC (Piano di Accelerazione della Crescita economica), era continuo. Altro punto di scontro con il governo era stata l’autorizzazione per gli organismi geneticamente modificati (OGM), dato che il Brasile è uno dei più grandi produttori mondiali di granoturco transgenico.
Nel settembre scorso altro durissimo scontro con il ministro dell’agricoltura, Reinhold Stephanes, sulla possibilità di piantare canna da zucchero in aree degradate o devastate dell’Amazzonia.
La goccia che l’ha spinta alle dimissioni viene indicata nella recente decisione di Lula di affidare il piano dell’Amazzonia sostenibile al segretario di Grandi Progetti, Mangabeira Unger, e non al ministro dell’ambiente.
I giornali parlano di un Lula furioso per aver appreso delle dimissioni del suo ministro dalla stampa. Dopo rapide consultazioni, Lula ha affidato il ministero al verde Minc, assessore dell’ambiente dello stato di Rio de Janeiro.
La sua prima dichiarazione è stata: ”Serietà e meno burocrazia nel rilascio delle licenze ambientali”.

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